Un circolo privato o club è un’ associazione senza fini di lucro tra persone che vogliono condividere attività sportive, culturali e ricreative.
La legge impone che un circolo privato non deve essere accessibile da una pubblica via, anche perchè in tal caso si tratterebbe di un circolo pubblico, e non deve neppure recare insegna.
Il club deve rispettare quasi tutte le leggi di una normale attività commerciale ad eccezione ovviamente di quelle riguardanti la retribuzione di impiegati.
Per svolgere l’ attività di somministrazione all’ interno dei circoli è necessario possedere un’ autorizzazione sanitaria ed i locali devono essere conformi alle norme edilizie, igienico – sanitarie e di sicurezza.
I circoli privati godono, grazie allo Stato, di agevolazioni fiscali, amministrative e contabili.
Un circolo deve avere una struttura organizzativa ed amministrativa e deve autoregolamentarsi a mezzo di essa.
Deve perciò avvenire all’ atto della nascita la nomina di un primo consiglio direttivo provvisorio.
L’ organigramma è composto da: Il Presidente, che è il legale rappresentante dell’ associazione; Il Consiglio, che elegge il presidente ed applica il programma; L’ Assemblea, che è costituita da tutti i soci del circolo.
L’ accesso al circolo è ovviamente concesso ai soli soci che devono essere muniti di tessera riconoscitiva, il rilascio di essa può essere a pagamento o gratuito, in alternativa può essere richiesto il versamento di una quota sociale.
La tessera è il documento con il quale si acquisisce il diritto a frequentare il locale ed è un documento obbligatorio per l’ accesso, in caso contrario infatti ci sono delle pesanti sanzioni tra le quali la più pesante è quella dell’ obbligo di chiusura del club. Colui che voglia aprire un circolo privato deve tener conto del fatto che si tratta di una attività senza scopo di lucro, come già detto in precedenza, e che quindi da tale attività egli non potrà trarre alcun guadagno economico.
Un vantaggio che ha l’ apertura di un circolo privato è che non necessita di autorizzazione come avviene per gli esercizi commerciali. E’ tuttavia possibile, in alcuni casi, per dei membri che svolgono particolari funzioni per e nei confronti degli altri soci ricevere un riconoscimento economico.
Dal 1998 è obbligatorio per legge per i club redigere un bilancio riportante il rendiconto economico dell’ associazione. In precedenza le norme che regolamentavano questo tipo di associazioni erano molto meno restrittive anzi, lasciavano la possibilità di aprire dei circoli privati senza nessun tipo di licenza.
Tra i requisiti per un buon club ci sono una favorevole posizione del locale ed una buona disposizione degli ambienti interni che devono essere adeguatamente arredati a seconda delle finalità per cui è stato istituito il circolo.
I circoli privati che intendono installare degli apparecchi da intrattenimento, come ad esempio il videopoker, e traggono un guadagno dalle ditte proprietarie sono costrette ad aprire la partita IVA e per la dichiarazione di tali entrate è necessaria l’ emissione di fatture. Il club può anche offrire ai propri soci occasioni di intrattenimento come viaggi, spettacoli e giochi.
Quasi sempre le strutture sono dotate anche di un angolo bar dove i soci possono facilmente trovare ristoro e nutrimento.
Sono sempre di più i locali che aprono adibiti allo scopo sociale per rispondere alle esigenze di gruppi di persone che condividono gli stessi interessi.
Per avvicinare e soddisfare gli iscritti ci sono delle buone regole da seguire come rendere un clima molto sereno ed amichevole all’ interno del locale, facilitare l’ interazione fra i soci, ma anche con i titolari, cercare di offrire agli iscritti più servizi possibili tra quelli da loro richiesti, dare la possibilità loro di effettuare proposte per migliorare il servizio, renderli parte integrante del progetto e creare delle situazioni che realmente portino ad una crescita personale delle persone e collettiva dell’ associazione.
I circoli privati non hanno vincoli di orari.
Ovviamente questo genere di locali possono essere soggetti a dei controlli da parte degli organi preposti. Tali controlli negli ultimi anni sono stati notevolmente intensificati poichè è successo che alcuni utilizzavano questo tipo di associazione come copertura per attività illecite, per la somministrazione di alcolici senza le dovute autorizzazioni o come escamotage per aprire locali aggirando licenze, normative e godendo di legislazioni privilegiate.
Il costo totale di bolli ed iscrizione alla CCIAA (Camera di Commercio) si aggira sui 150 euro. C’ è per i club anche la possibilità di affiliarsi ad una associazione più grande pagando però una quota per il tesseramento annuo di circa 1000 euro nel caso in cui si voglia aprire senza possedere o acquistare alcuna licenza.