La professione di coltivatore diretto è un lavoro che può dare buoni guadagni.
Il coltivatore diretto può anche non svolgere solo questa professione, nel senso che coltivare il suo terreno può non essere l’unica attività svolta.
Questa professione permette di stare a contatto con la natura e di fare attività fisica. Per poter svolgere la professione di coltivatore diretto è necessario avere delle nozioni sulle qualità dei terreni, sul tipo di concimi, sulle coltivazioni e sul tipo di trattamenti da effettuare.
Il coltivatore diretto lavora la terra, produce e utilizza i frutti della terra sia per la vendita che per la propria sussistenza. Per diventare un coltivatore diretto bisogna avere un terreno proprio oppure acquistarlo; se si compra è necessario che venga intestato direttamente al proprietario.
Le leggi che regolano l’attività dei coltivatori diretti sono regionali e cambiano secondo il tipo di produzione e le giornate lavorative; le Regioni hanno degli uffici predisposti, nei quali è possibile richiedere tutte le informazioni.
Per poter diventare un coltivatore diretto è obbligatorio iscriversi presso la CCIAA ed eseguire le pratiche per la posizione previdenziale; inoltre bisogna richiedere l’iscrizione alla camera di commercio. E’ necessario rivolgersi ad un commercialista per il disbrigo di tutte le pratiche; è anche bene andare a richiedere una consulenza presso le associazioni di categorie della propria città. Esistono numerose regioni che danno contributi e benefici per i coltivatori diretti.
Anche l’unione europea contribuisce con fondi comunitari per lo sviluppo delle produzioni agricole. Le normative, parlano spesso di imprenditore agricolo cioè di persone che hanno un reddito pari al 50%, reddito che proviene dalla propria azienda agricola. Esiste un albo per imprenditori agricoli ed è suddiviso in sezione prima e sezione seconda.
La sezione prima è riservata a coloro che praticano principalmente l’attività agricola; bisogna quindi che almeno il 50% del reddito arrivi dalla lavorazione della terra.
I coltivatori diretti sono equiparati alle piccole imprese; infatti nel registro delle imprese esiste una sezione dedicata all’iscrizione agli imprenditori agricoli. Il coltivatore diretto ha l’obbligo di avere un’assicurazione previdenziale; questa norma non si applica a coloro i quali coltivano dei terreni per i quali sia necessario un lavoro stimato in meno di 104 giornate. L’assicurazione per malattia è obbligatoria per i proprietari terrieri e per i propri nuclei familiari; dal 1990 l’assicurazione pensionistica è prevista per tutti gli imprenditori del settore, in particolare a quelli detti principali. Gli imprenditori principali sono coloro i quali ottengono almeno 2/3 del reddito totale
I coltivatori diretti hanno dei vantaggi anche sul diritto di prelazione, infatti possono usufruire di questo diritto per la compravendita di terreni agricoli confinanti. Perché questa norma si possa sfruttare è necessario che il coltivatore diretto coltivi in maniera continuativa e stabile.
Sono da intendersi come coltivatori diretti le persone che coltivano la terra, le cooperative composte da lavoratori agricoli e altre formazioni di tali lavoratori. Inoltre, per la legge sono da considerarsi coltivatori diretti i laureati che sono in possesso di un titolo di studio acquisito presso le facoltà di veterinaria o di scienze forestali che si occupino della lavorazione della terra, per un tempo di almeno 9 anni. Il coltivatore diretto può svolgere qualsiasi altro mestiere e può esserlo anche se gode di una pensiona, qualsiasi sia il settore presso il quale ha lavorato.
Per poter diventare coltivatore diretto è necessaria non solo una buona preparazione ma anche tanta passione ed una buona salute. Infatti, questo tipo di attività sottopone il corpo a sforzi, a giornate all’aria aperta anche in periodi con tempo poco favorevole. Il lavoro della terra può essere molto interessante e gratificante ma anche fisicamente pesante.
Il terreno può anche essere coltivato con metodo biologici. In questo caso è possibile avere delle sovvenzioni europee o statali, che favoriscono questo tipo di agricoltura.
Un’ottima idea imprenditoriale è quella di affiancare all’azienda agricola un agriturismo o una fattoria didattica aperta alle scuole.
Fra le spese da tenere in considerazione, bisogna citare quelle per l’acquisto del fondo, per i macchinari agricoli, per le semenze, i concimi ed eventualmente il salario di atri lavoratori agricoli. Al lavoro del fondo possono contribuire i membri della famiglia, senza bisogno di dover ricorrere ad altro personale agricolo.