La prova del fuoco per chi vuole metter su un’azienda.
Sapere come sarà e quanto potrà valere il proprio prodotto, quali saranno le spese da affrontare (dalle bollette alla burocrazia), quali e quante attività di promozione e marketing saranno necessarie, rappresenta un autentico test sul proprio grado di imprenditorialità. Il business plan permette di valutare se stessi e l’idea, misurandone la consistenza.
Tenendo sempre a mente che l’idea deve andare di pari passo con la definizione della “quota di mercato”, i possibili clienti. Utile può essere, per stilare il progetto, chiedere alla Camera di Commercio la composizione della popolazione in una determinata area e i dati relativi ai consumi. La domanda delle domande deve essere: perché dovrebbero preferire il nostro prodotto ad altri? La mia offerta deve essere competitiva nella qualità o nel prezzo, oppure dovrà risultare perfetta per i bisogni di un determinato target di clienti.
Secondo passo: la scelta del luogo dove creare l’azienda. È una decisione delicata, e per prenderla l’imprenditore deve valutare tanti fattori: infrastrutture, vicinanza di magazzini e materie prime, possibili incentivi economici.
Passiamo ora ai calcoli:un buon imprenditore deve essere in grado di di gestire i costi dell’azienda e quindi un buon business plan deve contenere l’analisi puntuale delle spese necessarie per avviare l’impresa e sostenere il business nei primi tre anni d’attività: costi fissi (costituzione della società, impianto, affitto); costi variabili, legati alla quantità di beni prodotta (materie prime, energia); costi semivariabili, con una quota fissa e una variabile, come certi contratti di fornitura o di stipendio (provvigioni).
L’analisi deve spiegare il patrimonio della nuova azienda, inclusi mutui, prestiti o finanziamenti agevolati. Il business plan deve spingersi fino al “break even point”, cioè il momento in cui i costi per mantenere l’azienda saranno pari ai guadagni. Di solito arriva fra il primo e il secondo anno, ma può spingersi anche più in là. Si arriva poi alla scelta della ragione sociale: impresa individuale o di persone, coop, srl o Spa. Meglio farsi aiutare dalla Camera di Commercio o da consulenti. Il progetto deve essere separata in capitoli, partendo da un riepilogo che spieghi in sintesi il progetto. Si passa poi alla descrizione dell’impresa, previsioni economico-finanziarie, strategia di marketing e clienti.
Fonte Quotidiano.net