Ricerca personalizzata
 
       Il Commerciale.com
Idee Commerciali, Venditori, Marketing e Franchising
  Home
  Idee Commerciali
  Annunci
Annunci Commerciali Gratuiti
  Negozio
  Forum
  Contatti
 
 
 
mENU'  
  Figure Commerciali
  Impresa
  Avviare un Business
  Idee Commerciali
  Franchising
  Marketing
Breaking News
 » Impresa & Business
» Internet
» Franchising
» Marketing
» Curiosità Economiche
Moduli Pronti
Collabora con Noi
  Forum
  Siti Amici
Downloads
  Contatti
  Chi Siamo
  ::| glossario
Dizionario  dei Termini Economici
 
  ::| meteo
 
  ::| Sponsored By
۰
۰
۰
 
 
 

 

la RICERCA DELLE ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI

Mutui, record di pignoramenti

A Napoli aumentati in un anno del 29% , a Milano del 22%, a Roma del 21%

ROMA - E' allarme mutui in Italia: mentre le rate salgono con l'aumento del costo del denaro, lievita il numero delle famiglie italiane insolventi che si vedono pignorata la propria casa dalle banche.

RECORD A NAPOLI - Con un balzo del 29% rispetto al 2006, è Napoli la città italiana in cui, quest'anno, è stimata la maggiore crescita del numero di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari: da 1.320 a 1.690. Lo hanno reso noto le associazioni dei consumatori Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori precisando che nei primi otto mesi del 2007 pignoramenti ed esecuzioni immobiliari nei principali tribunali - da Milano a Napoli, Firenze e Palermo - sono aumentati in media del 20% rispetto all'anno scorso. In un elenco stilato dalle quattro associazioni - presentato in un incontro con i giornalisti - si stima che questi atti cresceranno del 27% a Macerata (da 151 a 191), del 26% a Como (da 351 a 442), del 25% a Monza (da 691 a 866), del 22% a Milano (da 1.883 a 2.297) e del 21% a Roma (da 1.510 a 1.827).

«Le famiglie sono state indotte ad accendere mutui a tasso variabile (nel 91% dei casi), malconsigliate dalle banche consapevoli di una tendenza unanime al rialzo del costo del denaro» denunciano le associazioni dei consumatori. L'accusa è quella di «aver costretto milioni di consumatori, ad accendere mutui a tasso variabile quando, specie nel 2004, i tassi di interesse erano ai minimi storici e non si doveva consigliare o imporre (molte banche non erogavano proprio i tassi fissi) agli utenti bancari, di essere gravati di pesanti prestiti di lungo periodo (30-40 anni) a costi apparentemente più bassi che però, con il rincaro del costo del denaro, solo due anni dopo diventavano sempre più insostenibili».

 

Fonte: Il Corriere della Sera

 

 
::| sponsored by