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Il rapporto su scala globale del comparto: +40% rispetto al 2006

Musica digitale in crescita, ma non basta

Aumentano le piattaforme di distribuzione online. La pirateria rimane il nemico numero uno

LONDRA - Sono stati . Le vendite di musica attraverso Internet e telefonia mobile sono cresciute nel 2007 del 40% rispetto all'anno scorso, per un fatturato mondiale pari a 2,9 miliardi di dollari. Ora la musica in formato digitale rappresenta il 15% del mercato musicale totale. Il dato però conforta solo in parte le case discografiche, messe in crisi dall'avvento delle tecnologie che hanno permesso lo scambio illegittimo di canzoni attraverso i servizi peer-to-peer. La crescita delle vendite online non compensano infatti le perdite nei ricavi garantiti dai tradizionali cd. E soprattutto la crescita non è omogenea, ci sono mercati e modelli di business che si stanno affermando, altri invece falliscono.

USA-EUROPA - Gli Usa ad esempio hanno risultati molto migliori rispetto all'Europa, che deve scontare un mercato dei diritti d'autore frammentato che non agevola la nascita di servizi a diffusione comunitaria. Le piattaforme di distribuzione legittima di musica online sono decuplicate passando dalle 50 del 2003 alle oltre 500 di oggi. Ma solo pochissime tra queste possono vantare bilanci in attivo, nonostante l'abbandono da parte di molti dei sistemi di protezione anticopia, Drm, che creavano non pochi problemi di fruibilità agli utenti. La top ten digitale del 2007 è guidata da Avril Lavigne, il suo Girlfriends è stato acquistato da 7,5 milioni di utenti.

MERCATO ITALIANO - In Italia, nel primo semestre 2007 la musica digitale ha fatturato oltre 2,7 milioni di euro con una crescita del 44%. Siamo il decimo mercato al mondo per volume d'affari. Significativo un dato italiano in controtendenza: le vendite degli album, i vecchi long playing, crescono più di quelle dei singoli. Ciononostante anche da noi sono ancora i singoli i più venduti online e tra questi il brano che ha avuto più successo è stata Take it Easy di Mika.

PIRATERIA - La pirateria rimane ancora il nemico numero uno dell'industria musicale, e per il 2008 l'Ifpi ha come obiettivo la responsabilizzazione degli internet service provider (Isp) per limitare lo scambio non autorizzato di canzoni sui servizi di peer-to-peer. Finora non è mai stato così, e anzi da anni l'accusa mossa agli Isp da parte delle major della musica era di sfruttare la pirateria per vendere connessioni a internet. Recentemente però gli Isp hanno un atteggiamento più collaborativi, e in Francia hanno accettato di punire i propri clienti che piratano file d'autore, dagli avvisi e le sanzioni, si giungerà per i recidivi alla sospensione del contratto di fornitura internet, con i rei che saranno segnalati in una lista nera e non potranno sottoscrivere contratti per la connessione internet con nessun provider nazionale.

Fonte: ilcorrieredellasera.it

Di Gabriele De Palma
24 gennaio 2008  

 

 
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