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Investire nel rock

A fiutare il business è stata una banca d'investimenti, Ingenious Media Plc, finalizzata agli affari nel mondo dei media che ha creato due fondi per finanziare il ritorno in pista dei gruppi del passato. Un'operazione per la quale ha raccolto, finora, 80 milioni di dollari. Come funzione il business? Gli investitori pagano per finanziare la produzione, la promozione e la distribuzione del Cd. Si parla di cifre comprese tra le 200 mila e due milioni di sterline. I primi guadagni (solitamente una casa discografica si aspetta un 5% dell'investimento) vanno a loro, che devono rientrare del capitale più profitti. Tutto quello che viene in aggiunta, è dell'artista della band. L'ultimo colpo di Ingenious si chiama Ub40. L'investimento è di un milione di sterline. Il nuovo disco della band british, con testi intrisi di tematiche sociali e poliche, dovrebbe essere pronto entro la fine dell'anno. Somma doppia, invece, cioè due milioni di sterline, per partecipare, al 24,95% nella produzione del nuovo album di Peter Gabriel, previsto nel 2008. E' di due milioni di sterline anche il supporto finanziario che la banca d'investimenti londinese ha assicurato ai Prodigy, altro gruppo inglese, pronto a sfornare il suo quinto Cd registrato in studio. Le altre scommesse? 1,1 milioni di sterline sul "comeback" dei Blackbud, la rock band indiana; 2,6 milioni sui Passenger. Ma al di là degli aspetti contabili, a colpire sono soprattutto quelli politico-sociali: l'alta finanza che scopre il rock. Ma questo non deve stupire, però, più di tanto. Ogni mezzo è buono, come direbbe Paul McCartney, che ha lasciato nel marzo scorso la Emi's Capitol Records per l'etichetta della Starbucks: il suo nuovo Cd, uscito a giugno, all'inizio di agosto aveva già venduto - attraverso i 10 mila caffè della catena - 500 mila copie.

 
Fonte:  La Stampa, del 28 agosto 2007

 

 



 

 

 
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