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Due donne, due imprese e rinasce un paese.

 

Arrivano dalla Provenza le fragole che ora si coltivano anche a Capanne di Marcarolo. La piccola frazione di Bosio, cuore dell’ente Parco a cui dà il nome, vive un risveglio economico, che passa anche dalle “fragole francesi” coltivate da Sabrina Ballarino, che insieme al marito, Luca Cervelli, si è trasferita a Capanne nove anni fa. Sabrina Ballarino dopo aver lasciato il lavoro nel panificio di famiglia a Montoggio (località in provincia di Genova), ha trovato nell’agricoltura biologica una seconda opportunità lavorativa.

 «Insieme a mio marito abbiamo dovuto conciliare il desiderio di abitare in un posto del genere alle esigenze lavorative». La coppia abita in una delle tante cascine sparse di Capanne, immersa nel paesaggio intatto degli Appennini liguri. Mentre il marito ha trasferito la propria attività di falegname da Montoggio a Capanne, Sabrina Ballarino ha provato a sperimentare una nuova attività economica. «La coltivazione ha preso inizio sette anni fa. In una località così incontaminata l’agricoltura biologica è una scelta quasi obbligata» racconta. «L’idea, invece, di puntare su una fragola di origine provenzale, il cui nome esatto per altro è “Mara de Bois”, nasce per la semplice ragione che si tratta di una pianta piuttosto resistente e che si è adattata facilmente a questo tipo di terreno». I primi clienti sono stati gli escursionisti che percorrevano i sentieri del Parco. «Una clientela di passaggio»” afferma ancora l’imprenditrice, che poi con il passa parola ha potuto contare sugli ordinativi anche di alcuni ristoranti genovesi.

Escursionisti e pubblicità indiretta sono alla base anche della seconda attività agricola, che ha preso piede dall’ottobre dello scorso anno a Capanne, gestita anch’essa da una donna, Sandra Sciutto, che produce formaggi. Si deve a lei, aiutata dal marito Giuliano Montaldo, la ripresa della produzione della formaggetta di Capanne. «Avevo imparato a produrla da mia suocera ma solo consumo familiare. Sono stati gli amici, dopo averla assaggiata a suggerirmi di metterla in vendita», spiega la signora Sciutto, che ora produce anche altri formaggi come la mozzarella e la ricotta. Anche la signora Sciutto, come la signora Ballarino può contare tra i propri clienti alcuni ristoranti della zona e da poco è stata contattata da un Gas (Gruppo di acquisto solidale) di Milano, che presto potrebbe diventare un altro importante tassello di questa giovane attività.

«Le nostre attività non rappresentano per le rispettive famiglie l’entrata principale - spiegano entrambe le donne - ma è pur sempre un contributo al reddito familiare». Sciutto e Ballarino attribuiscono un ruolo importante in questo risveglio economico all’esistenza del Parco della Capanne. Smentendo il luogo comune che vuole i Parchi come enti chiusi nei quali è difficile abitare per i diversi vincoli imposti dalla legge, affermano non solo di non aver avuto ostacoli ma di aver trovato nell’ente Parco un aiuto concreto.

A differenza della Ballarino, Sandra Sciutto e Giuliano Montaldo sono di Capanne di Marcarolo. «Sono contenta che sette anni fa sia arrivata la famiglia di Sabrina, a cui poi si aggiunta un’altra famiglia. Prima nella frazione era abitata pressoché da anziani. Abbiamo instaurato un legame che va al di là dei buoni rapporti di buon vicinato», spiega Sandra Sciutto. Un rapporto cementato dai figli. Sabrina Ballarino ha tre figli (rispettivamente di 10, 11 e 4 anni), mentre Sandra Sciutto ha due figli di 14 e 16 anni. «Non solo ci diamo una mano nel portarli a scuola, ma la frazione si è come rivitalizzata» spiegano.

La nota dolente è infatti la lontananza dai servizi: scuole, poste, asl. «Siamo una frazione di Bosio, ma in realtà dipendiamo da Campo Ligure per tutto. D’altra parte distiamo da Bosio più di venti chilometri e meno di dieci da Campo. In questa situazione poter contare sui vicini diventa davvero importante».

L’abbandono della frazione - che sta tornando adesso a vivere - iniziò negli Sessanta quando fu asfaltata la strada. I vecchi di Capanne ricordano ancora la previsione del parroco di allora - che puntualmente si avverò - che sostenne che quella strada sarebbe servita alla gente di Capanne a lasciare la frazione. Una strada che lentamente sta riportando le persone a Capanne.

di Angela Agostino

 

Fonte: IlSecoloXIX.it

 

 

 

 
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