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Milanesi pigri, affari d'oro per i cibi pronti

 

Indicativa del fenomeno è la ricerca presentata dalla Camera di commercio di Milano a TuttoFood, la mostra dell'alimentare alla Fiera di Rho fino a domani. In sei anni, le attività legate alla produzione e distribuzione di cibi pronti - gastronomie, friggitorie, rosticcerie, take away - e di quelli precotti (surgelati, prodotti in scatola o conservati), in città sono cresciute addirittura del 206,4% e del 21% rispetto al 2005. Ma va forte tutta l'industria alimentare: a Milano e provincia le imprese attive nel settore sono 3.561, in aumento del 35,3% rispetto al 2000. La media italiana rispetto al 2006 si ferma invece a poco più del 20%, segno che altrove c'è ancora voglia di mettere in tavola piatti cucinati ai fornelli con passione. Tra i settori che nel 2006 sono aumentati di più in città ci sono anche le attività legate alla produzione di birra, quelle di condimenti, spezie e salse, quelle che realizzano prodotti da forno e pasticceria fresca (sono 2.113) o paste alimentari e cous cous (142), quelle che producono cibi pronti, e precotti, take away e rosticcerie (complessivamente 257). Curiosità: la crescita costante del mercato dei cibi senza glutine per celiaci. Oggi sappiamo che una persona su 100 è celiaca e la maggior parte ignora di esserlo. In Italia ci sono 5 mila nuove diagnosi all'anno. Fare colazione, uno spuntino o addirittura un pranzo in panificio: adesso si può e farà risparmiare ai consumatori almeno 580 euro all'anno. Le stime sono calcolate da pubblicaRes (Gruppo Swg) per conto della Fippa (federazione italiana panificatori-pasticceri e affini) che ha realizzato un'indagine nazionale, presentata ieri a Tuttofood. Con le nuove norme, che consentono il consumo dei prodotti direttamente nei forni artigianali, la crescita ipotetica dei clienti si aggira intorno al 36%, stimabile in almeno un milione e 400 mila clienti. Che cosa chiedono però? Più comfort. Ossia, tavolini e sedie, servizi igienici, ma anche la vendita di altri prodotti, specialmente bibite. Importante, infine, il dato del risparmio per i consumatori, che si aggira tra i 400 e 580 euro all'anno. E il nuovo mercato attirerebbe soprattutto i giovani, dai 15 anni in su. Una situazione che fa ben sperare per le oltre 23 mila imprese italiane del settore e i circa 180 mila addetti.

 Fonte: Il Giornale, 7 maggio 2007

 

  

 

 
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