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Equo Solidale, mercato in crescita

 

Con la crescita di convenienza e qualità, anche da noi, la spesa "leale" sta prendendo sempre più piede, grazie anche allo sbarco di questi prodotti etici sugli scaffali della grande distribuzione. Nel 2006 il fatturato italiano è stato di 110 milioni di euro, il 45 per cento dei quali incassato nei supermercati e il resto nelle circa 500 cosiddette botteghe del mondo. Dai miseri 35 centesimi annui di spesa equa e solidale a testa si è ora saliti a un euro e 70, un risultato ancora lontanissimo dai 18 euro pro capite dei cittadini svizzeri, ma migliore di Francia (1,31) e Germania (0,94). Che c'è il commercio equo e solidale? E' quella forma di attività commerciale internazionale, nella quale l'obiettivo primario non è la massimizzazione del profitto, bensì la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche, o politiche o sociali. I principi che ispirano il commercio equo e solidale non sono quelli del profitto bensì la lotta allo sfruttamento, garantendo ai lavoratori del Sud del mondo salari dignitosi e condizioni che rispettino la salute, l'ambiente e i bambini. Le materie prime debbono essere reperite soprattutto sul luogo della produzione e ricavate da fonti ecosostenibili, utilizzando dove fosse possibile materiali riciclabili. Parte del guadagno deve essere riutilizzato a sostegno della scolarizzazione dei bambini. Gli importatori fissano col produttore una soglia di prezzo sotto la quale non si deve scendere, indipendentemente dall'andamento del mercato. Tra gli scopi finale c'è anche lo sviluppo di un mercato interno autosufficiente nei Paesi produttori, e non solo destinato all'esportazione.
In Italia la Ctm Altromercato è la maggior organizzazione nazionale e la seconda nel mondo con 130 associazioni e 350 botteghe. Le botteghe solidali sono concentrate prevalentemente nel nord-ovest e nel nord-est, rispettivamente il 38% e il 22,6% del totale. Sono specializzate (40% del totale) in prodotti artigianali di fascia medio-alta provenienti da più di 50 paesi del sud del mondo. Il 52,2% delle botteghe ha lo status di associazione, il 24% sono cooperative, l'88% di esse è nelle grandi città. I consumatori sono in maggioranza al Nord, in maggioranza donne, tra i 25 e i 40 anni e un buon livello di scolarizzazione.

 


        Fonte: Repubblica

 

 
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